I terremotati comunque precisano che chiedono abbattimenti e agevolazioni, così come previsto dal decreto, solo per chi ha subito danni ed è dovuto andare fuori casa o per chi ha subito danni alla propria azienda.

“Chiediamo giusitizia e pari trattamento – afferma Matilde Riccioli -. Abbiamo affisso, qui a Poggio Felice, uno striscione che dice che senza ricostruzione non c’è speranza. Ancora non è inziato niente però. Nelle case ci sono i presepi dello scorso Natale e viviamo nel timore che ci possa essere un altro terremoto”.

Il desiderio è uno soltanto: tornare a casa. Ma ancora ci sono famiglie in albergo, ritardi nei contributi dei Cas e le pratiche per i contributi per le piccole riparazioni di 25mila euro vanno a rilento.

“Noi vogliamo ritornare nelle nostre case e al nostro lavoro – evidenzia l’esponente del comitato -. Io ho lo studio distrutto, ma non mi voglio muovere da dove sono: questa è la mia terra”.