Se i giudici tedeschi ritengono che la mafia è uno scherzo e Falcone insignificante

Di
Carmelo Finocchiaro
|
5 Dicembre 2020

Mafia è la parola italiana ormai più famosa al mondo. Più di pizza, più di spaghetti. Ma oltre la parola, è la mafia stessa che è un brand, squisitamente tutto italiano. Nonostante migliaia di boss delle nostre consorterie criminali abbiano invaso prima gli Stati Uniti d’America e poi l’Europa, la mafia è sempre stata considerata cosa nostra, solo nostra.

E’ cosi per un  tribunale tedesco abbia pronunciato una sentenza che sconfinanell’indecenza e rivela il ritardo culturale  oltre cheun comodo alibi sulla diffusione e la pericolosità delle mafie in Germania.

Maria Falcone, sorella del giudice, ha denunciato — per violazione della memoria — un ristoratore di Francoforte che sui muri del suo locale ha esposto la celebre foto di Tony Gentile con
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uno accanto all’altro. Ma alle loro spalle c’è il don Vito Corleone de Il padrino di Coppola. Tutto mischiato, fiction e realtà.
I giudici hanno dato ragione al ristoratore perché «il nome del giudice Falcone non merita tutela… ha operato principalmente in Italia e in Germania ed è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e
non alla gente comune che frequenta la pizzeria». Un delirio in nome della legge.
 Questo è l’ennesimo atto di una Germania che non perde occasione di offendere l’Italia degli onesti, quella che a differenza dei tedeschi ha deciso di lottare l’illegalità. Per i tedeschi i mafiosi vengono considerati “imprenditori di “successo”. Ci chieda scusa la Merkel e la magistratura tedesca.

Altre notizie