Salvo Pogliese “vittima” del suo stesso delirio di onnipotenza e dell’arroganza delle forze che rappresenta.

Di
Carmelo Finocchiaro
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24 Luglio 2020

Il Sindaco di Catania è stato sospeso per 18 mesi sulla base della legge Severino, seppur criticabile ma comunque in vigore.  I fatti giudiziari, sulla base di quanto avvenuto ieri, lo condannano sul piano penale per quattro anni e tre mesi e, conseguentemente, alla sospensione di diciotto mesi dalla funzione di Sindaco. La verità sarà accertata dopo il termine di tutti i gradi di giudizio, ma adesso, in nome del delirio di onnipotenza del Sindaco, una grande Città come Catania si trova, all’indomani di una grave crisi sanitaria ed economica, senza una guida. L’intenzione di chi scrive non è quella di giudicare la vicenda giudiziaria, determinata dal reato di peculato, ma è quella di evidenziare come le forze che lo hanno sostenuto fossero certamente consapevoli di quanto stesse accadendo, nascondendolo ai cittadini catanesi, non sempre consapevoli delle scelte dettate dal loro diritto e responsabilità al voto. Pogliese si è assunto una grave responsabilità politica nei confronti della città. Sembra quasi che, a priori dall’orientamento politico di appartenenza, la responsabilità istituzionale sia un optional per fantasiosi amanti della Costituzione Repubblicana.

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