Roma città senza sogni. Ferma e senza idee per il suo futuro.

Di
Carmelo Finocchiaro
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30 Giugno 2019

(tratto da un bellissimo articolo di Goffredo Buccini sul Corriere della Sera del 30 Giugno 2019)

Cent’anni dopo, la “nonna di Joyce” rischia di restare sola, giu’ nel seminterrato della storia. In una città buia e senza trasporti, fagogitata da buche e immondizia, insidiata da gabbiani feroci e cinghiali temerari, senza soldi ne visione, suona piu’ che mai beffarda l’antica invettiva del grande irlandese contro i romani che campano sulle glorie del passato, “mostrando ai viaggiatori il cadavere della nonna in cantina”.
Eppure il futuro si gioca, entro 30 anni, secondo l’ONU per l’87% della vita nei centri urbani. Uno stratega della geopolitica come l’indiano Parag Khanna immagina la “rinascita delle città-stato” quale soluzione ai problemi di dimensione dell’autorità e della rappresentanza. Le città competeranno sempre piu’ in attrattività, parola chiave del domani “che si traduce non soltanto in piu’ beni e servizi ma anche in piu’ richiamo di risorse umane e finanziarie, sviluppo piu’ equilibrato del territorio, migliori condizioni di vita”: tutto questo spiega il CRESME, nel suo rapporto “Roma 2040 per una nuova civitas”.

“Roma non è banale , è straordinaria” dice Amedeo Schiattarella dell’Istituto nazionale di Architettura ” e “quindi si e’ sempre assegnata un compito nel mondo, da capitale del cristianesimo a capitale universale della cultura. Poi si è persa la capacità di sognare”.

Il CRESME prova a suggerire qualche ricetta e identifica sei aree di intervento: igiene e decoro, rifiuti, manutenzioni, visione strategica, processo decisionale amministrativo, mobilità.

In alcuni indici mondiali Roma non appare neanche, nel Gpci (Global Power city index, elaborato a Tokio, valuta le prime 44 città del mondo secondo il loro grado di magnetismo, ovvero capacità di attrarre persone, denaro e imprese: la capitale è assente in una classifica dove la prima città italiana è Milano, 31esima, e che vede in testa Londra (preBrexit).

Se la capacità di innovazione è la porta d’accesso del nuovo millennio appena iniziato, Roma non ha ancora trovato le chiavi della serratura.

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