L’invito è a mettersi in cammino, seguendo il metodo e lo stile sinodali dell’ascolto per superare l’individualismo e l’irrilevanza del “discorso cristiano” nella società attuale. Ecco la segnaletica offerta dalla seconda Lettera pastorale dell’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, dal titolo Camminiamo con il Signore da fratelli per testimoniare il Risorto, che punta a favorire scelte concrete della Chiesa etnea in funzione del cammino sinodale inaugurato da Papa Francesco e sostenuto dalla Cei con il documento Si avvicinò e camminava con loro.
Bene Arcivescovo, ma a condizione che abbia la comprensione esatta di un mondo cattolico che ormai da molti anni, insieme spesso al corpo pastorale, e’ pronto a schierarsi con un sistema di potere causa di tutti i mali del degrado di Catania. Un mondo totalmente assente dalle battaglie per cambiare la città e la provincia etnea. Le ultime elezioni amministrative lo dimostrano.
L’Arcivescovo, inoltre, invita tutti i cristiani a non porre confini alla missione della Chiesa, ad aprirsi al mondo e, citando Papa Francesco, aggiunge: “Nella Chiesa c’è spazio per tutti”. Banco di prova di questo nuovo passo chiesto dall’arcivescovo è quella che si prende cura della città e delle periferie”. E a questo proposito il documento offre anche alcune testimonianze di esperienze in atto. Come il Cantiere sinodale delle persone sorde, attuato già da un anno a Catania.
Allora serve fare diventare una azione seria e concreta nel campo socio-politico, il Cantiere per Catania, che viene proposto all’attenzione di tutta la Chiesa italiana in un momento in cui “quello della politica e della partecipazione alla vita democratica del nostro Paese è un ambito della missione della Chiesa” che forse è stato trascurato”. Ma serve che l’Arcivescovo prenda atto che il “cantiere” varato con tutte le buone intenzioni è stata una passerella per i “perbenisti” catanesi che sono ritornati regolarmente a schierarsi con il potere che ha distrutto Catania. Arcivescovo non si fidi degli arnesi ben conosciuti del sistema etneo. Apra il “pascolo” fra la gente. Qui ci troverà in tanti. Per farlo serve una netta rottura con un sistema che non funziona e moralmente e’ da censurare.