C’e’ un giudice a Berlino, ma a Catania ? L’uccisione di Luciano Gulisano.

Di
Carmelo Finocchiaro
|
22 Novembre 2020

21 Novembre 2020 – 21 Novembre 1988 a Paternò (CT) veniva ucciso, con un fucile a canne mozze, nella sua azienda avicola in c. da Ciappe Bianche, Luciano Gulisano, un giovane di 38 anni.
Sono trascorsi ben 32 anni senza avere giustizia e nessuno esecutore o mandante è stato individuato per questo delitto.
Tutti i delitti di mafia consumati nel famigerato” triangolo della morte Paternò – Adrano e Biancavilla” hanno trovato un colpevole e giustizia è stata fatta.
Solo questo delitto di Gulisano Luciano non ha trovato Giustizia e mai nessuno si è preoccupato di indagare fino in fondo per trovare i responsabili.
Nel luglio 2019 è stato richiesto alla Procura della Repubblica di Catania notizie. Una bella notizia, non si trova più il fascicolo.
A Paternò, in quegli anni terribili 1988, dopo verifica del Comando generale dei CC, venivano trasferiti tutti i militari dell’Arma dei Carabinieri, dal Capitano dell’epoca ai marescialli della Stazione e altri carabinieri. Alcuni dei quali per non subire il trasferimento hanno scelto di dimettersi dall’Arma. Quanto affermato è verificabile dagli atti. Sono trascorsi dal delitto ben 32 anni senza mandanti e esecutori. I giornali dell’epoca hanno titolato: mafia e politica o delitto passionale. Nessuno dei due titoli avevano fondamento. Forse un fondamento politico c’era, non era tra mafia e politica, ma nella attività politica del Fratello all’epoca consigliere comunale e dirigente socialista e contro la mafia. Nel periodo in cui ha ricoperto l’incarico di Assessore Comunale al Bilancio e Finanze si oppose ad alcune Delibere dell’epoca. La prima fu quella sul progetto di bonifica dei residui bellici del nuovo cimitero. La delibera proposta era di £. 1.200 milioni, a questa delibera si è opposto in giunta perché ritenuta non giustificato il costo oltre che illecita. Dopo alcuni passaggi e informazioni il Consiglio Comunale ha assunto quella delibera a trattativa privata al costo di £ 50 milioni Iva compresa e aggiudicata al Cav. Massarotti.
In questo stesso periodo di attività amministrativa si è battuto per l’annullamento di 14 cottimi di lavori pubblici perché aggiudicati con ribassi d’asta del 40 – 50%.
Il perché si comprende benissimo successivamente la giunta avrebbe deliberato la revisione prezzi agli stessi lavori.
In quegli anni aveva insistito sulla trasparenza nella gestione dei Lavori pubblici nel Comune di Paternò e nella gestione della sanità e sulle questioni della gestione ed elezioni dei Comitati di gestione nella USL31 del distretto di Paternò.
I fatti parlano chiari l’obiettivo di questa nuova mafia è quella di scalare il forziere del Comune per gestire tutti i pubblici finanziamenti, che in quegli anni ammontavano a circa trenta miliardi di vecchie lire.
Negli stessi anni molti fatti delittuosi nei confronti degli Amministratori della città di Paternò si sono verificati. Due volte è stata incendiata la villa a Ragalna al Sindaco pro tempore di quel periodo; in occasione del Consiglio comunale per la prima elezione degli organi di gestione della USL 31 del distretto sanitario di Paternò viene bruciata l’auto dell’ex Sindaco della città nel parcheggio del palazzo comunale; allo stesso ex Sindaco per ben due volte vengono sparati colpi d’arma di fuoco all’indirizzo delle finestre della propria abitazione; nello stesso ambito il Gulisano Antonino fu fatto oggetto di attendato nel momento che si ritirava nella propria abitazione, non fu eseguito per l’immediata chiusura del portone.
Il delitto di Gulisano Luciano non è maturato per fatti di clan mafiosi, ma per questioni di potere politico.
Il delitto del Gulisano Luciano deve essere inquadrato nel contesto in cui è maturato. Il fatto avviene nel periodo del rinnovo della elezione del Comitato di gestione della USL31 del distretto di Paternò. In quel 21 Novembre 1988 era convocata l’assemblea della USL3 per la elezione del Presidente e del Comitato di gestione, la mattina viene ucciso Gulisano Luciano. E ‘ una casualità? Il clima delle varie Assemblee per l’elezione del Comitato di gestione della USL 31, che si avvertiva attorno alla elezione del Comitato di gestione dell’USL3 fu definito come “libanese” dai vari giornali regionali come la Sicilia e la Gazzetta del Sud. Infatti, l’08 Novembre 1988 fu pubblicato un articolo in cui si citano i vari interventi dei consiglieri tra i quali quello del Gulisano Antonino il quale denunciava il clima dell’Assemblea e dichiarava: di essere seguito e infastidito da personaggi estranei e comunque non pertinenti alle operazioni politiche. Il clima di quei giorni che si respirava in città ed attorno alla elezione del Comitato di gestione della USL 31 era di intimidazione e di pressioni nei confronti dei Consiglieri. Ci sarà un giudice a Berlino, ma a Catania, che possa dare una risposta di Giustiza?
21 Novembre 2020 – 21 Novembre 1988 a Paternò (CT) veniva ucciso, con un fucile a canne mozze, nella sua azienda avicola in c. da Ciappe Bianche, Luciano Gulisano, un giovane di 38 anni.
Sono trascorsi ben 32 anni senza avere giustizia e nessuno esecutore o mandante è stato individuato per questo delitto.
Tutti i delitti di mafia consumati nel famigerato” triangolo della morte Paternò – Adrano e Biancavilla” hanno trovato un colpevole e giustizia è stata fatta.
Solo questo delitto di Gulisano Luciano non ha trovato Giustizia e mai nessuno si è preoccupato di indagare fino in fondo per trovare i responsabili.
Nel luglio 2019 è stato richiesto alla Procura della Repubblica di Catania notizie. Una bella notizia, non si trova più il fascicolo.
A Paternò, in quegli anni terribili 1988, dopo verifica del Comando generale dei CC, venivano trasferiti tutti i militari dell’Arma dei Carabinieri, dal Capitano dell’epoca ai marescialli della Stazione e altri carabinieri. Alcuni dei quali per non subire il trasferimento hanno scelto di dimettersi dall’Arma. Quanto affermato è verificabile dagli atti. Sono trascorsi dal delitto ben 32 anni senza mandanti e esecutori. I giornali dell’epoca hanno titolato: mafia e politica o delitto passionale. Nessuno dei due titoli avevano fondamento. Forse un fondamento politico c’era, non era tra mafia e politica, ma nella attività politica del Fratello all’epoca consigliere comunale e dirigente socialista e contro la mafia. Nel periodo in cui ha ricoperto l’incarico di Assessore Comunale al Bilancio e Finanze si oppose ad alcune Delibere dell’epoca. La prima fu quella sul progetto di bonifica dei residui bellici del nuovo cimitero. La delibera proposta era di £. 1.200 milioni, a questa delibera si è opposto in giunta perché ritenuta non giustificato il costo oltre che illecita. Dopo alcuni passaggi e informazioni il Consiglio Comunale ha assunto quella delibera a trattativa privata al costo di £ 50 milioni Iva compresa e aggiudicata al Cav. Massarotti.
In questo stesso periodo di attività amministrativa si è battuto per l’annullamento di 14 cottimi di lavori pubblici perché aggiudicati con ribassi d’asta del 40 – 50%.
Il perché si comprende benissimo successivamente la giunta avrebbe deliberato la revisione prezzi agli stessi lavori.
In quegli anni aveva insistito sulla trasparenza nella gestione dei Lavori pubblici nel Comune di Paternò e nella gestione della sanità e sulle questioni della gestione ed elezioni dei Comitati di gestione nella USL31 del distretto di Paternò.
I fatti parlano chiari l’obiettivo di questa nuova mafia è quella di scalare il forziere del Comune per gestire tutti i pubblici finanziamenti, che in quegli anni ammontavano a circa trenta miliardi di vecchie lire.
Negli stessi anni molti fatti delittuosi nei confronti degli Amministratori della città di Paternò si sono verificati. Due volte è stata incendiata la villa a Ragalna al Sindaco pro tempore di quel periodo; in occasione del Consiglio comunale per la prima elezione degli organi di gestione della USL 31 del distretto sanitario di Paternò viene bruciata l’auto dell’ex Sindaco della città nel parcheggio del palazzo comunale; allo stesso ex Sindaco per ben due volte vengono sparati colpi d’arma di fuoco all’indirizzo delle finestre della propria abitazione; nello stesso ambito il Gulisano Antonino fu fatto oggetto di attendato nel momento che si ritirava nella propria abitazione, non fu eseguito per l’immediata chiusura del portone.
Il delitto di Gulisano Luciano non è maturato per fatti di clan mafiosi, ma per questioni di potere politico.
Il delitto del Gulisano Luciano deve essere inquadrato nel contesto in cui è maturato. Il fatto avviene nel periodo del rinnovo della elezione del Comitato di gestione della USL31 del distretto di Paternò. In quel 21 Novembre 1988 era convocata l’assemblea della USL3 per la elezione del Presidente e del Comitato di gestione, la mattina viene ucciso Gulisano Luciano. E ‘ una casualità? Il clima delle varie Assemblee per l’elezione del Comitato di gestione della USL 31, che si avvertiva attorno alla elezione del Comitato di gestione dell’USL3 fu definito come “libanese” dai vari giornali regionali come la Sicilia e la Gazzetta del Sud. Infatti, l’08 Novembre 1988 fu pubblicato un articolo in cui si citano i vari interventi dei consiglieri tra i quali quello del Gulisano Antonino il quale denunciava il clima dell’Assemblea e dichiarava: di essere seguito e infastidito da personaggi estranei e comunque non pertinenti alle operazioni politiche. Il clima di quei giorni che si respirava in città ed attorno alla elezione del Comitato di gestione della USL 31 era di intimidazione e di pressioni nei confronti dei Consiglieri. Ci sarà un giudice a Berlino, ma a Catania, che possa dare una risposta di Giustiza?

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